martedì 8 aprile 2008

CERVELLO: A VOLTE CREATIVITA' SINTOMO DI PATOLOGIA

MOLTI ARTISTI CON PROBLEMI CEREBRALI, MA POCHE PROVE CORRELAZIONE (ANSA) - ROMA, 8 APR - Qualche volta i sintomi delle malattie che colpiscono il cervello possono essere inaspettati, come se l'attivita' dei neuroni potesse compensare le perdite. E' il caso, descritto da un articolo sulla rivista Brain e ripreso dal New York Times e dalla rivista New Scientist, di Ann Adams, una matematica canadese che, affetta da una rara patologia cerebrale, ha sviluppato nei suoi ultimi anni di vita un grande talento per la pittura. Un caso che fa pensare a quello che sembra un luogo comune, cioe' che gli artisti siano tutti almeno un po' pazzi. Il caso e' stato seguito da Bruce Miller, neurologo dell'universita' di San Francisco che ha poi scritto l'articolo scientifico. Ann Adams, che e' morta lo scorso anno, aveva un'afasia progressiva primaria, un disturbo progressivo che ha diverse manifestazioni. Nel caso della pittrice, che per dieci anni si e' sottoposta ad analisi del cervello, l'area frontale sinistra si e' progressivamente atrofizzata, causando una perdita del linguaggio, ma di contro l'area posreriore destra, quella che regola i processi visivi e spaziali si e' rafforzata. Sin dalle prime avvisaglie della malattia Ann Adams ha sviluppato una propensione fortissima per la pittura, di cui un esempio e' il quadro 'Unravelling Bolero', che rappresenta una trasposizione visiva dell'opera di Ravel, il quale si crede essere stato vittima anche lui della stessa malattia. ''Il lobo frontale, quello intaccato dalla malattia, e' quello che filtra tutti i comportamenti - spiega Gabriele Miceli presidente dell'Academy of Aphasia, associazione internazionale dei maggiori esperti di disturbi del linguaggio - quindi tutte le patologie che lo alterano fanno venire meno il controllo esercitato.In questo caso l'afasia potrebbe aver 'liberato' delle capacita' altrimenti controllate dal lobo temporale''. L'associazione tra arte e problemi cerebrali e' spesso suggerita dalle biografie degli artisti, ma non ci sono in realta' prove scientifiche che a un particolare talento corrispondano determinati problemi:''Il cervello controlla tutte le azioni dell'uomo - confermaMiceli, che e' anche docente di Neurologia presso il CIMeC Centro Interdipartimentale Mente Cervello dell'università di Trento - quello che e' possibile e' che negli artisti l'area del cervello specifica sia effettivamente piu' sviluppata, e che imparinopoi a incanalare nelle opere questa maggiore capacita', ma dire che la malattia influenza l'arte e' azzardato''. Tra i pochi studi scientifici che hanno indagato su questo tema ce n'e' uno pubblicato dalla rivista Psychological reports nel 1999 secondo cui fra gli artisti c'e' un maggiore tasso di suicidi, che riguarda soprattutto i poeti (2,6%, contro lo 0,7% dei pittori). Per il resto ci sono cronache e aneddoti, ma nessuna conferma sperimentale:''La stessa diagnosi di Ravel e' stata fatta a posteriori, anche se e' plausibile - conferma Miceli - altri aneddoti riguardano ad esempio Donizetti, che sosteneva che le migliori melodie gli venivano in mente durante gli attacchi di emicrania, il che forse voleva dire che in quei momenti l'area del cervello specifica aveva un maggiore afflusso di sangue. Anche di Van gogh qualcuno afferma che avesse un'epilessia temporale, ma nessuno lo ha mai verificato scientificamente''.

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