lunedì 31 marzo 2008

AMBIENTE: CORALLI, ULTIMA MODA TRAFFICI ILLEGALI CITES

(ANSA) - ROMA, 31 MAR - Coralli variopinti, belli e soprattutto costosi, che in genere arrivano dall'Indonesia. E' questo l'ultimo grido in fatto di commercio illegale, oltre ai rettili, fra le circa 30.000 specie tutelate dalla Cites, la Convenzione sul controllo del commercio internazionale delle specie animali e vegetali selvatiche minacciate di estinzione.'Solo nel periodo tra dicembre 2007 e gennaio 2008 il Corpo forestale ha sequestrato due tonnellate e 600 kg tra coralli vivi e rocce vive, cioe' concrezioni rocciose, calcaree, dove si attaccano i coralli di cui e' vietata l'importazione, tutto per aggirare le norme' spiega il sovrintendente Ivan Severoni, della sezione investigativa del Corpo forestale dello Stato del servizio Cites centrale di Roma. E' un mercato, quello del traffico illegale di animali e piante protette, vivi e non, che nel mondo conta un giro d'affari di circa 20-25 miliardi di euro l'anno, pari a un terzo dei 90 miliardi di euro all'anno del volume globale del mercato legale. E terzo solo dopo droga e armi, anche se ultimamente e' stato affiancato dalla prostituzione. 'Basta pensare che un corallo con un diametro di dieci centimetri si vende a 3-400 euro - afferma Severoni - si tratta di un mercato vasto, destinato in questo caso a chi possiede un acquario in casa, anche se piu' ricercato di altri. Il punto e' che i coralli poi muoiono in pochi mesi'. Di qui la necessita' di nuove scorte, anche se una crescita di questi traffici e' probabilmente dovuta alla possibile chiusura del mercato legale per queste popolazioni di coralli: 'sembra che l'approvvigionamento sia stato eccessivo - spiega l'esperto - e alcune specie siano prossime all'estinzione'.In alcune aree, come il pellame, l'illegalita' si e' molto ridotta negli anni. Ora, invece, ad alto rischio rimangono il caviale e i rettili. L'11 settembre del 2007 sono stati sequestrati due caimani, 21 varani, 40 scorpioni giganti, due boa, un pitone albino, una ventina di tartarughe e una dozzina di ragni velenosi, parte del bottino di una banda di trafficanti di rettili colta con le mani nel sacco. 'Solo il pitone albino, a seconda delle sfumature, puo' essere pagato da un collezionista anche dieci, quindicimila euro' spiega Severoni.Ma i sequestri piu' importanti in termini di quantita' non riguardano coccodrilli o boa, ma tartarughe, sia esotiche come quelle 'giganti' che arrivano dalle isole dell'Oceano indiano, della famiglia delle geochelone, sia europee. 'Nel 2006, su 60.000 controlli, circa il 65% riguardava rettili - afferma il vice questore aggiunto Marco Mei, del servizio Cites centrale del Corpo forestale dello Stato di Roma - e la meta' di questi era costituita da tartarughe. Un 30% dei controlli e' stato per mammiferi, in particolare felini, sia esemplari vivi, come tigri e leopardi nati in cattivita' e detenuti illegalmente, sia pelli degli animali morti. Nel 5/6% dei casi invece ci siamo occupati di piante e nel 5% di uccelli'. Le tartarughe sembrano facili da custodire rispetto ad un cane o un gatto e hanno quindi un mercato sicuro. Il punto e' che il traffico illegale colpisce specie a rischio estinzione, come avvenuto tra il 2005 e il 2006 con sequestri per un totale di circa 700 esemplari di Testudo kleinmanni. Si tratta di una tartaruga nordafricana e la quantita' sequestrata nel complesso mette a rischio la sopravvivenza della popolazione, visto che 'le prime 300, all'epoca, costituivano un terzo della stima di quelle esistenti in natura' sottolinea Severoni. In questo caso l'acquirente italiano esperto puo' comprarne una anche a settecento euro. Il problema e' che i trafficanti si sono fatti sempre piu' furbi, soprattutto con certificati falsi identici agli originali che accompagnano i carichi, facendo passare un'origine per un'altra, oppure spacciando gli animali come nati in cattivita''.

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