Si basa sulle proprietà delle fibre ottiche
Roma, 3 apr. (Apcom) - Per prevenire la formazione della condensa all'interno delle canne di un organo, la cui presenza è in grado sia di corrodere il metallo fino a farlo collassare, sia di compromettere la qualità del suono, l'Istituto di scienze dell'atmosfera e del clima (Isac) e l'Istituto di fisica applicata "Nello Carrara" (Ifac) del Consiglio nazionale delle ricerche hanno realizzato un sensore per rilevare il punto di condensa o di congelamento all'interno delle canne. Il prototipo è stato presentato a Ferrara nell'ambito della XV edizione del Salone del restauro. Il sensore, nato dal progetto europeo 'Collapse', è gia stato testato in laboratorio e in campo e si basa sulle proprietà delle fibre ottiche di trasportare la luce, ma anche di disperderla se in una parte sensibilizzata vengono a contatto goccioline, film d'acqua o cristalli di ghiaccio. Ogni fibra ha lo spessore di un capello e può essere facilmente inserita e posta a contatto con la superficie interna della canna senza che interferisca con il suono. Attualmente lo strumento è applicato in un organo della Svezia e successivamente verrà messo a disposizione in Polonia.
"Le condizioni di condensa - spiega Dario Camuffo dell'Isac - Cnr - avvengono tipicamente quando la chiesa è affollata e le canne metalliche sono ancora fredde oppure quando vengono utilizzati sistemi di riscaldamento che rilasciano all'interno della chiesa vapore d'acqua, come gli emettitori di radiazione infrarossa generata dalla combustione di metano o di gas liquidi".
Ma non solo il metallo, sono anche le parti lignee dell'organo che possono essere danneggiate dalle variazioni del microclima: negli ultimi anni si è scoperto che il legno invecchia naturalmente producendo acidi (in particolare acetico e formico) la cui emissione è fortemente influenzata dalle condizioni microclimatiche. "Nel caso degli organi - prosegue Camuffo - questi acidi si accumulano all'interno dello strumento, il cui utilizzo favorisce la loro trasmigrazione nelle canne, che vengono corrose soprattutto alla base. La tonalità dei suoni cambia e quando il deperimento è in uno stato avanzato la canna si spezza sotto il proprio peso".
Lo studio rappresenta, dunque, una novità nel campo del conservazione di antichi strumenti musicali, visto che la loro conservazione fino ad ora non ha avuto la stessa attenzione rivolta ad analoghi beni esposti nei maggiori musei.
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