martedì 8 gennaio 2008

BIOCARBURANTI, STUDIO USA: PETROLIO ADDIO, C'è PIANTA ANTI-CO2

Roma, 08 GEN (Velino) - Un taglio del 94 per cento di emissioni di CO2 rispetto all'equivalente in petrolio. Ma soprattutto una resa energetica molto alta, pari al 540 percento rispetto a quella necessaria alla sua fabbricazione. Sono i numeri di un particolare tipo di erba a rapida crescita (Panicum virgatum L) studiato, ai fini della fabbricazione di biocarburanti, da un team di ricercatori statunitensi in collaborazione con il dipartimento dell'agricoltura Usa. I dati mostrano che un acro (0,4 ettari) coltivato con questo tipo di vegetale consentono diricavare in media 320 barili di bioetanolo. I cinque anni distudio, il piu' grande mai compiuto su questo tema, hanno coinvolto dieci aziende agricole di dimensioni che vanno datre a nove ettari. Ken Vogel, uno dei co-autori della ricerca, ha evidenziato che si tratta di un modello basato su stime reali anche se non esistono ancora bioraffinerie operative in grado di dare una dimensione esatta del fenomeno. Impianti che comunque gli Stati Uniti stannoprogettando. Ne verranno costruiti infatti una decina. L'alta resa rispetto alla seconda generazione di biocarburanti (quella derivante da grano e mais) e' dovuta, secondo i ricercatori, all'utilizzo dell'intera pianta e non solo dei semi. Il dato piu' importante riguarda pero' le emissioni rispetto a un barile di petrolio equivalente, che vengono abbattute del 94 per cento. Questo anche in considerazione del fatto che la pianta, crescendo, assorbe gia' da se' una certa quantita' di CO2.

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