"La Giunta faccia luce sulla vicenda"
Ginevra, 6 giu. (Apcom) - L'esercito e la polizia birmani hanno
aperto il fuoco contro dei detenuti in una prigione di Rangoon,
uccidendone "un certo numero" durante il passaggio del ciclone
Nargis a inizio maggio. Lo ha denunciato l'esperto del'Onu per i
diritti umani in Birmania, Tomas Ojea Quintana.
"Un certo numero" di prigionieri è stato ucciso nel carcere di
Insein, afferma Quintana Ojea nel suo rapporto presentato oggi a
Ginevra al Consiglio dei diritti umani dell'Onu. Secondo
informazioni raccolte dall'esperto, diversi tetti di zinco della
prigione divelti dal ciclone nella notte dal 2 al 3 maggio
costrinsero circa un migliaio di prigioneri a radunarsi nella
hall principale dell'edificio che è stata chiusa a chiave. Presi
dal panico, i detenuti crearono confusione. "Per timore che la
situazione sfuggisse loro di mano, è stato riportato che dei
soldati chiamati a rinforzo hanno aperto il fuoco sui
prigionieri. Un numero imprecisato di detenuti sarebbe stato
ucciso in questa operazione", scrive l'esperto dell'Onu.
Ojea Quintana chiede alle autorità birmane di aprire
un'inchiesta per chiarire gli avvenimenti e identificare i
responsabili.
Il Comitato internazionale della Croce rossa (Icrc) ha fatto
sapere a inizio maggio che le autorità militari birmane lo
avevano informato che diverse prigioni del Paese erano state
danneggiate dal passaggio del ciclone e che avevano bisogno
urgentemente di assistenza. L'Icrc ha potuto così distribuire dei
viveri ai prigionieri nelle zone sinistrate. Ojea Quintana, che
ha assunto l'incarico a inizio maggio, non ha avuto ancora
risposta alla sua richiesta di visita nel Paese.
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