25 TESTIMONIANZE, PENTAGONO NEGA LE ACCUSE (di Carolina Stupino)
(ANSA) - LONDRA, 24 GIU - Drogati per impedire loro di addormentarsi, minacciati e soggetti ad ogni sorta di abuso fisico e psicologico: alcuni prigionieri del centro di detenzione di Bagram, in Afghanistan, hanno denunciato alla Bbc le torture subite per mano dei soldati statunitensi, l'ennesimo caso di violazione dei diritti umani che coinvolge i militari americani in terre straniere.
I 27 uomini, intervistati dall'emittente britannica nell'arco di due mesi, sono stati tutti detenuti nella base per periodi diversi tra il 2002 ed il 2008, accusati di collaborare con al Qaeda e i talebani. Nessuno di loro e' stato processato ne' incriminato ed alcuni hanno persino ricevuto le scuse delle autorita' statunitensi una volta rilasciati. Solo due di loro hanno detto di non essere stati soggetti ad abusi. Il Pentagono, al quale la Bbc ha mostrato il contenuto delle interviste, ha tuttavia negato le accuse affermando che tutti i prigionieri ricevono un trattamento adeguato. Le condizioni dei detenuti a Bagram, ha affermato il colonello Mark Wright, portavoce del segretario della Difesa, 'rispettano gli standard internazionali'. 'Ci sono stati casi in cui le regole non sono state rispettate e i militari hanno dovuto rispondere delle loro azioni', ha aggiunto.
Le testimonianze dei detenuti contengono pero' accuse a dir poco pesanti. 'Ci facevano cose che non si farebbero agli animali, figuriamoci alle persone', ha raccontato un ex prigioniero che la Bbc identifica come 'dottor Khandan', aggiungendo: 'Ci buttavano addosso acqua fredda d'inverno e acqua calda d'estate. Ci aizzavano i cani addosso. Ci puntavano una pistola alla testa e ci minacciavano di morte. Ci mettevano una medicina nel succo di frutta o nell'acqua per non farci dormire e poi ci interrogavano'.
Negli ultimi otto anni, il centro di detenzione di Bagram, a 60 chilometri a nordovest di Kabul, ha ospitato migliaia di sospetti militanti di al Qaeda catturati in Afghanistan e in Pachistan. A differenza dei prigionieri della base statunitense di Guantanamo, quelli di Bagram non possono avvalersi dell'assistenza di avvocati e non possono appellarsi per la loro liberazione. Secondo Tina Foster, direttrice dell'International Justice Network, un gruppo di assistenza legale che al momento rappresenta quattro prigionieri della base afgana, i detenuti di Bagram 'si trovano in un buco nero dal punto di vista legale'.
La Foster vorrebbe che la Corte Suprema americana facesse per Bagram la stessa cosa che lo scorso anno ha fatto per Guantanamo e cioe' che garantisse ai prigionieri i loro diritti dal punto di vista legale.
Ma nonostante Barack Obama si sia piu' volte pronunciato a favore dei diritti dei prigionieri di Guantanamo, la sua amministrazione, secondo la Foster, starebbe cercando di impedire che le stesse condizioni si applichino anche ai detenuti di Bagram. Il dipartimento della Difesa sostiene che siccome l'Afghanistan e' una zona di guerra, condurre indagini rigorose su ogni singolo caso sarebbe impossibile e che garantire diritti legali ai prigionieri potrebbe impedire ad Obama 'di avere successo nel conflitto armato e di proteggere le forze militari statunitensi' limitando i suoi poteri di condurre operazioni militari. Secondo la Foster, il dipartimento 'sta utilizzando le stesse motivazioni dell'amministrazione Bush'. Un giudice della corte d'appello federale si pronuncera' presto sull'argomento.
(ANSA) - LONDRA, 24 GIU - Drogati per impedire loro di addormentarsi, minacciati e soggetti ad ogni sorta di abuso fisico e psicologico: alcuni prigionieri del centro di detenzione di Bagram, in Afghanistan, hanno denunciato alla Bbc le torture subite per mano dei soldati statunitensi, l'ennesimo caso di violazione dei diritti umani che coinvolge i militari americani in terre straniere.
I 27 uomini, intervistati dall'emittente britannica nell'arco di due mesi, sono stati tutti detenuti nella base per periodi diversi tra il 2002 ed il 2008, accusati di collaborare con al Qaeda e i talebani. Nessuno di loro e' stato processato ne' incriminato ed alcuni hanno persino ricevuto le scuse delle autorita' statunitensi una volta rilasciati. Solo due di loro hanno detto di non essere stati soggetti ad abusi. Il Pentagono, al quale la Bbc ha mostrato il contenuto delle interviste, ha tuttavia negato le accuse affermando che tutti i prigionieri ricevono un trattamento adeguato. Le condizioni dei detenuti a Bagram, ha affermato il colonello Mark Wright, portavoce del segretario della Difesa, 'rispettano gli standard internazionali'. 'Ci sono stati casi in cui le regole non sono state rispettate e i militari hanno dovuto rispondere delle loro azioni', ha aggiunto.
Le testimonianze dei detenuti contengono pero' accuse a dir poco pesanti. 'Ci facevano cose che non si farebbero agli animali, figuriamoci alle persone', ha raccontato un ex prigioniero che la Bbc identifica come 'dottor Khandan', aggiungendo: 'Ci buttavano addosso acqua fredda d'inverno e acqua calda d'estate. Ci aizzavano i cani addosso. Ci puntavano una pistola alla testa e ci minacciavano di morte. Ci mettevano una medicina nel succo di frutta o nell'acqua per non farci dormire e poi ci interrogavano'.
Negli ultimi otto anni, il centro di detenzione di Bagram, a 60 chilometri a nordovest di Kabul, ha ospitato migliaia di sospetti militanti di al Qaeda catturati in Afghanistan e in Pachistan. A differenza dei prigionieri della base statunitense di Guantanamo, quelli di Bagram non possono avvalersi dell'assistenza di avvocati e non possono appellarsi per la loro liberazione. Secondo Tina Foster, direttrice dell'International Justice Network, un gruppo di assistenza legale che al momento rappresenta quattro prigionieri della base afgana, i detenuti di Bagram 'si trovano in un buco nero dal punto di vista legale'.
La Foster vorrebbe che la Corte Suprema americana facesse per Bagram la stessa cosa che lo scorso anno ha fatto per Guantanamo e cioe' che garantisse ai prigionieri i loro diritti dal punto di vista legale.
Ma nonostante Barack Obama si sia piu' volte pronunciato a favore dei diritti dei prigionieri di Guantanamo, la sua amministrazione, secondo la Foster, starebbe cercando di impedire che le stesse condizioni si applichino anche ai detenuti di Bagram. Il dipartimento della Difesa sostiene che siccome l'Afghanistan e' una zona di guerra, condurre indagini rigorose su ogni singolo caso sarebbe impossibile e che garantire diritti legali ai prigionieri potrebbe impedire ad Obama 'di avere successo nel conflitto armato e di proteggere le forze militari statunitensi' limitando i suoi poteri di condurre operazioni militari. Secondo la Foster, il dipartimento 'sta utilizzando le stesse motivazioni dell'amministrazione Bush'. Un giudice della corte d'appello federale si pronuncera' presto sull'argomento.
Nessun commento:
Posta un commento
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.