martedì 26 febbraio 2008

IRAN: PROTESTE CONTRO LIMITE DONNE IN ATENEO, SARANNO ESCLUSE DALLA SOCIETA'

IL PROVVEDIMENTO DEL GOVERNO GIUDICATO 'INGIUSTO E VERGOGNOSO'
Teheran, 26 feb. - (Aki) - La presenza, in costante aumento, delle donne negli atenei iraniani spaventa il governo di Mahmoud Ahmadinejad, che corre ai ripari limitando il numero delle studentesse che potranno iscriversi all'università. Le nuove regole, che entereranno in vigore dal prossimo esame di ammissione , prevedono un 30 per cento di posti riservato alle donne e un'altrettanta percentuale per gli uomini, mentre il restante 40 per cento sarà lasciato alla libera competizione.
''Una decisione ingiusta e vergognosa'', commenta ad AKI - ADNKRONOS INTERNATIONAL la giornalista Marzieh Rasouli. ''L'aumento della presenza femminile nelle università - aggiunge - sembra abbia spaventato il governo attuale, che rappresenta i settori più tradizionalisti e patriarcali della nostra società. Il governo presieduto da Mahmoud Ahmadinejad si vede minacciato da una popolazione femminile sempre più colta e corre ai ripari, limitando l'ingresso delle donne nelle università''. Per il giornalista Nima Afshar Naderi, la decisione di limitare l'ingresso delle ragazze negli atenei ''è un primo passo di un processo più lungo che vuole escludere le donne dalla vita pubblica e relegarle ai margini della società, segregandole dietro le quattro mura della casa''.
Diversi esponenti del governo avevano preceduto, negli ultimi mesi, questa decisione, rilasciando dichiarazioni che facevano prevedere un provvedimento per limitare l'ingresso delle donne negli atenei. I sostenitori del provvedimento governativo affermano invece che il crescente numero delle donne laureate ha un costo sociale troppo alto e sta distruggendo l'istituzione 'famiglia', con il ruolo guida affidato all'uomo. ''Una donna laureata che sposa un uomo diplomato non è disposta a ubbedirgli'', aveva detto tempo fa un noto religioso di Qom, aggiungendo che ''questa disobbedienza porta allo sfascio della famiglia''. ''Una famiglia dove la donna guadagna più dell'uomo, e la moglie ha una posizione sociale superiore al marito, mette in pericolo la nostra società e gli insegnamenti del Corano'', aveva aggiunto il religioso.

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