PRESENTATI RISULTATI STUDIO CATTOLICA (RM)
Roma, 7 apr. (Adnkronos/Adnkronos Salute) - Due settimane sott'acqua per conoscere quali sono gli effetti di un'immersione prolungata sull'organismo dell'uomo. Quattordici giorni tra piante marine e pesci, senza possibilita' di riemergere alla luce del sole. E' questa la missione compiuta da sei subacquei professionisti che hanno partecipato a uno studio dell'Universita' Cattolica di Roma, approfondendo le conoscenze fisiopatologiche spesso associate alla medicina subacquea. L'impresa, compiuta nelle acque di Ponza lo scorso settembre, e' stata presentata oggi a Roma con i relativi risultati scientifici, dai quali e' emerso che l'organismo dell'uomo, seppur con qualche difficolta', riesce ad adattarsi ad una situazione cosi' particolare di vita negli abissi.
"La medicina subacquea - spiega Paolo Zeppilli, docente di Medicina dello sport della Cattolica - ha sempre affrontato le questioni fisiopatologiche, e questo studio contribuira' sicuramente a migliorare le nostre conoscenze". I sei sub professionisti, tre uominie tre donne, sono rimasti per 336 ore sott'acqua stabilendo il nuovo record di immersione prolungata. Il 70% del tempo lo hanno trascorso in acqua, con maschera e bombola, cercando di adattarsi alla vita marina a contatto con i pesci di Ponza. Fantasia e divertimento non sono mancati, con incredibili partite di biliardo organizzate nel fondo marino.
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