mercoledì 23 gennaio 2008

ARCHEOLOGIA: I MAYA SACRIFICAVANO BAMBINI, E NON LE VERGINI

(AGI/REUTERS/EFE) - Citta' del Messico, 22 gen. - Le vittime
dei sacrifici umani, al tempo dei Maya, non erano le vergini,
ma bimbetti e giovani uomini. La rivelazione, che smentisce le
teorie fin qui accreditate, arriva da uno studio realizzato sui
resti ossei trovati nel 'cenote' (la grotta) di Chichen Itza,
nella penisola dello Yucatan.
I 'cenote' erano gotte sotterranee naturali dove i
sacerdoti Maya celebravano riti di propiziazione al dio della
pioggia, Chaac, o a quello delle messi: nelle pozze d'acque,
nel cuore della giungla dello Yucatan, considerate l'ingresso
nell'aldila', i sacerdoti immolavano sacrifici umani.
Dei 127 scheletri che l'archeologo Guillermo de Anda e'
riuscito a ricostruire, a partire dalle ossa ritrovate nel
'cenote' tra il 1961 e il 1967, quasi l'80 per cento appartiene
a bimbetti tra i 3 e gli 11 anni e il 21% ad adulti, in gran
parte uomini. Secondo il ricercatore dell'Universidad Autonoma
de Yucatan, i bambini venivano spesso gettati ancora vivi
oppure scuoiati e smembrati prima di esserti offerti alle
divinita', secondo pratiche rituali molto comuni nell'America
pre-ispanica.
Chichen Itza, che nella lingua maya significa
"all'imboccatura del pozzo degli itza", fu uno dei piu'
rigogliosi centri politici, commerciali e religiosi della zona
Maya del periodo classico.
Finora si era sempre creduto che, ad essere immolate,
fossero giovani vergini perche' gli sceletri ritrovati erano
spesso adornati con monili di giada. Anda ha confermato che e'
difficile individuare il sesso di uno scheletro, che non sia
ancora giunto ad eta' matura, ma egli ritiene che la mitologia
maya confermi la sua teoria.

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