giovedì 28 febbraio 2008

ASTRONOMIA: 'BAFFI' CARBONIO OFFUSCANO LA LUCE DELLE STELLE

(ANSA) - ROMA, 28 FEB - Lo spazio interstellare potrebbe
essere costellato da una miriade di ''baffi'' di carbonio,
minuscole formazioni di grafite che indeboliscono la luce delle
stelle piu' brillanti e potrebbero costringere a rivedere i
modelli dell'espansione dell'universo. E' il nuovo scenario
aperto dalla scoperta di questo strano materiale nelle meteoriti
piu' antiche del Sistema Solare, pubblicata nell'edizione on
line di Science.
I minuscoli baffetti di carbonio non esistono sulla Terra,
dove sono stati ottenuti esclusivamente in laboratorio a
temperature altissime. Marc Fries e Andrew Steele, del
laboratorio di Geofisica della Carnegie Institution di
Washington, li hanno invece scoperti nei granuli di antichissime
meteoriti. Nello spazio, infatti, questi insoliti microcristalli
sono di casa: si sono formati 4,5 miliardi di anni fa, quando il
Sistema Solare stava nascendo. Da allora sono rimasti racchiusi
nei grani delle meteoriti piu' antiche e moltissime di queste
formazioni - secondo i due studiosi - si trovano nello spazio
interstellare, dove inferiscono con il modo in cui si propaga la
luce emessa dalle stelle.
Uno dei risultati dell'interferenza creata dai cristalli di
carbonio e' l'indebolimento della luminosita' delle supernovae
di tipo Ia, considerati veri e propri fari campione per
osservare l'espansione dell'universo. Sono fenomeni catastrofici
nei quali una stella esplode emettendo nell'arco di pochi
secondi una luminosita' miliardi di volte superiore a quella del
Sole. La loro osservazione ha portato a ipotizzare la teoria
dell'espansione dell'universo e, da qui, l'esistenza di una
energia oscura che accelera il processo di espansione. ''Se i
baffi di grafite nello spazio assorbono la luce emessa dalle
supernovae - ha osservato Steele - questo potrebbe avere effetti
sulle misure relative all'espansione dell'universo''. Nel
frattempo, ha concluso, ''e' importante studiare attentamente le
caratteristiche di questa forma di carbonio per comprenderne
l'impatto sui modelli dell'energia oscura''.

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