lunedì 21 aprile 2008

AMBIENTE: VIA A MONITORAGGIO CETACEI NEL MEDITERRANEO

(AGI) - Roma, 21 apr. - Capodogli, balenottere comuni e minori,
grampi, globicefali e, tra la specie dei delfinidi, il
tursiope, la stenella striata e il delfino comune, per arrivare
al misterioso zifio: sono i nomi di alcune fra le piu' comuni
specie di cetacei avvistate regolarmente al largo del Mar
Mediterraneo. Di questi mammiferi marini spesso di grandi
dimensioni, residenti in diverse profondita' delle acque che
bagnano il nostro Paese, si conoscono bene le caratteristiche
fisiche e l'evoluzione delle specie, ma si sa ben poco su
quanti siano e dove vivano.
Una delle poche stime effettuate all'inizio degli anni '90
nel Mar Ligure ha dato il numero indicativo di circa 14.000
stenelle e 900 balenottere. Nonostante le ricerche realizzate
sui cetacei abbiano fornito un contributo importante per la
conoscenza di questi animali, gli studiosi non sono ancora in
grado di quantificarne il numero. Non esistono ancora
protocolli condivisi di raccolta di dati, ne' programmi per il
monitoraggio delle specie.
Eppure l'Italia ha ratificato le direttive, le convenzioni
e gli accordi internazionali che impegnano il nostro Paese a
conservare i cetacei in uno stato ottimale. Ma come monitorare
la vita delle specie e delle popolazioni se non si usa una
metodologia comune fra tutti i rilevatori, che renda i dati
confrontabili nel tempo e in aree diverse? Il workshop
organizzato da APAT - Agenzia per la protezione dell'ambiente e
per i servizi tecnici, ICRAM (Istituto Centrale per la Ricerca
scientifica e tecnologica Applicata al Mare) e CoNISMA
(Consorzio nazionale Interuniversitario per le Scienze del
Mare), con il patrocinio del Ministero dell'Ambiente e della
Tutela del Territorio e del Mare, vuole avviare un confronto
con esperti internazionali per giungere alla definizione di
metodologie standard di raccolta ed elaborazione dei dati.
Dall'incontro nascera' un tavolo di lavoro costituito da
tecnici italiani impegnati nella ricerca in situ sui cetacei e
il coordinamento che produrra' un protocollo per il
monitoraggio delle specie.
L'Italia opera all'interno di due importanti impegni
internazionali per la conservazione dei cetacei, quali ACCOBAMS
e il Santuario Pelagos. ACCOBAMS e' l'accordo di Monaco per la
Conservazione dei Cetacei del Mar Nero, del Mediterraneo e
delle zone Atlantiche adiacenti, che ha lo scopo di proteggere
le 21 specie di cetacei segnalate nell'area. Santuario Pelagos
e' la piu' grande area protetta dei mammiferi marini del
Mediterraneo, istituita nel 1999 nel bacino
corso-ligure-provenzale. Inoltre, l'Unione Mondiale per la
Conservazione della Natura (IUCN) ha inserito le numerose
specie di cetacei del mar Mediterraneo fra le sue Liste Rosse,
in quanto necessitano di continue informazioni sulla stato di
salute e di urgenti azioni di conservazione e protezione.

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