venerdì 18 gennaio 2008
LIBRO DEL GIORNO: LE MASCHERE DEL RIBELLE BAUDELAIRE
UN LIBRO DI GIUSEPPE MONTESANO CE NE RACCONTA LA VITA E IL TEMPO (ANSA) - ROMA, 18 GEN - GIUSEPPE MONTESANO, IL RIBELLE IN GUANTI ROSA (MONDADORI, pp. 442 - 19,00 euro). ''Si e' consegnato a molte maschere, persone che abitano i suoi passi e i suoi versi, figure apparse nel tempo di una rima e scomparse voltando in una via disselciata .... Tutte erano vere, le sue maschere: e' questo il significato della smorfia che gli taglia la faccia in tutte le fotografie e fino alla fine?''. Inizia con questa premessa l'affresco biografico dedicato a Charles Baudelaire e al suo tempo da Giuseppe Montesano. Francesista, che ha collaborato con Raboni al Meridiano dedicato proprio a Baudelaire, e romanziere, autore di 'Nel corpo di Napoli' e 'Di questa vita menzognera', ha narrato di gioventu' ribelle, di desideri irregolari, della voglia di sentimenti che condizionino la vita, e non viceversa. E l'artista e uomo Baudelaire rappresenta per certi versi proprio tutto questo, con le sue contraddizioni laceranti, tra aspirazioni alte di bellezza e attrazione per i risvolti bassi dell'esistenza, rivoluzionario e reazionario detrattore dei sacri principi della Rivoluzione francese, poeta classico e assieme modernissimo, attratto da un eros vizioso e sentimentale, maledetto e vittima dello spleen, che per Montesano, ''era l'esperienza della distruzione non definitiva, quel calarsi nella ferita della ragione resistendo in essa'', respinto dal mondo quanto piu' cerca di perdersi in esso. E attorno la Parigi borghese dell'Ottocento, scossa dai moti del '48 e ancor piu' dalla loro sanguinosa repressione, metropoli dei Miserabili di Victor Hugo, dei borghesi rapaci di Balzac come del popolo di Zola, cosmopolita, culturalmente vivissima e in preda a tutte le correnti utopistiche e rivoluzionarie, ma anche misteriche e esoteriche dell'epoca. Montesano, con coinvolgente piglio narrativo e accurata documentazione storica, stilando pagine biografiche e pagine critiche, affronta tutte le maschere di Baudelaire, mettendo in stretta relazione la sua opera con la sua vita, per cercare di sollevarle una a una e cogliere, nel segno della sua rivolta esistenziale, che trova forme politico-ideologiche e letterarie, il nucleo del problema, Emerge allora la ribellione al padre, anzi al patrigno, quel generale Aupik, che, 'tradendolo' (''Quando si ha un figlio come me non ci si risposa''), la madre sposa in seconde nozze, e diventa, per il nostro poeta, la summa di tutto il male, identificato nel formalismo borghese, sorretto dalla sete di potere e ricchezza. Ma la forza dell'arte e dell'artista e di dare tale potenza alle ragioni private da renderle esemplari e metaforiche, cosi' da assumere valenza generale. Baudelaire sale sulle barricate del '48 anche coinvolto dall'attenta lettura di Proudhon. Quanto al rapporto con l'idea di padre, ecco che persino alla figura di Dio contrappone quella del Figlio, un Cristo anch'esso contro le convenzioni, in lotta con i farisei. E quindi, sotto le maschere, una sostanza reale, come nelle sue liriche piu' celebri, che suscitano le ire della censura, che indignano eppure si vendono benissimo, quelle dei Fiori del male, ''scritte in una lingua doppia, una lingua che nasconde sotto la corazza abbagliante delle immagini, le verita' che non si possono pronunciare'', sempre per citare quanto scrive Montesano, collegando il suo amato protagonista a alcuni capisaldi della cultura moderna, da William Blake al marchese de Sade.
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