sabato 12 gennaio 2008
CINA: ARRESTI DOMICILIARI PER LA BLOGGER PIU' FAMOSA
ZENG JINYAN BLOCCATA DOPO L' ARRESTO DEL MARITO HU JIA (ANSA) - PECHINO, 10 GEN - Il centro residenziale dove vivono Hu Jia, il dissidente che dal 27 dicembre si trova in prigione, e sua moglie Zeng Jinyan alla periferia di Pechino si chiama ''Citta' della liberta''', ma di liberta' se ne vede poca. Un poliziotto in divisa e una decina di giovanotti in giubotti neri stazionano davanti all' ingresso del blocco di appartamenti nei quali Zeng Jinyan, le sue due figlie di sei anni ed un mese e mezzo e la vecchia madre di Hu, sono rinchiuse da quando l' attivista e' stato arrestato, due settimane fa, e accusato di ''incitamento alla sovversione dei poteri dello Stato''. Zeng, che ha 24 anni, ha creato un blog sul quale ha raccontato le sue esperienze quotidiane di perseguitata. Sullo stesso tema, la vita quotidiana di una coppia ''irregolare'' nella Cina di oggi, Zeng ed Hu hanno girato il documentario ''Prigioneri nella Citta' della Liberta''. Il blog di Zeng ha avuto successo in Cina e all' estero e le e' valso, l' anno scorso, l' apprezzamento delle rivista americana Time Magazine, che l' ha giudicata una delle cento persone piu' influenti del mondo.Le basi legali della detenzione di Zeng Jinyan, delle sue figlie e di sua suocera non sono chiare. ''La legge cinese'', ''la legge cinese'', ripetono il poliziotto e i suoi collaboratori in borghese ad un gruppo di giornalisti stranieri che insistono per entrare. Alle insistenze dei reporter, rispondono che sul luogo ''sono in corso delle indagini'' e che per questa ragione l' accesso e' consentito ai soli residenti. Dopo qualche minuto, arrivano tre automobili della polizia. Gli agenti sono tutti in divisa e portano i giornalisti nel loro ufficio, una stanzetta gelida che si trova all' interno del centro residenziale. Secondo gli attivisti per i diritti umani l' arresto di Hu e' un chiaro messaggio lanciato dal governo cinese: in occasione delle Olimpiadi di Pechino, in agosto, e nei prossimi mesi di avvicinamento, non saranno tollerate manifestazioni di dissenso. La capitale deve presentarsi ''tranquilla'' ed ''armoniosa'', secondo un' espressione cara agli attuali dirigenti, all' appuntamento con migliaia di ospiti stranieri. I poliziotti di guardia alla ''Citta' della liberta''' non sembrano essere al corrente delle nuove e leggermente piu' liberali regole per i corrispondenti stranieri in Cina varate all' inizio del 2007 per mantenere l' impegno di garantire la liberta' di stampa preso al momento dell' assegnazione dei Giochi del 2008 a Pechino. Sostengono che i tesserini rilasciati dal ministero degli esteri non bastano a provare l' identita' e chiedono i passaporti che i giornalisti, sbandierando il libretto con le nuove regole, si rifiutano di mostrare. Il freddo punge per tutti, l' ora di pranzo si avvicina e lo stallo si risolve nel nulla dopo un paio d' ore. Hu Jia, 34 anni, e' stato tra i primi a denunciare lo scandalo dell' Henan, la provincia nella quale migliaia di contadini hanno contratto l' Aids attraverso trasfusioni di sangue infetto. Insieme alla dottoressa Gao Yaojie ha creato le prime case-rifugio per sieropositivi e orfani di genitori morti di Aids. In seguito ha partecipato alle iniziative a favore della democrazia organizzate dall' avvocato cristiano Gao Zhisheng, tra cui uno sciopero della fame contro i maltrattementi inflitti ad alcuni detenuti. Nel 2004 gli e' stato impedito di commemorare il massacro del 1989 di piazza Tiananmen con un arresto durato pochi giorni. Da quando ha cominciato le sue attivita', alla fine degli anni novanta, sia lui che la Zeng Jinyan sono costamente controllati dalla polizia.
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