FU COLLABORATORE DI VIDELA E CONOSCIUTO COME 'IL MACELLAIO'
(ANSA) - BUENOS AIRES, 21 FEB - Grazie all'annullamento delle
leggi che permettevano la non imputabilita' dei militari della
dittatura argentina (1976-1983), un altro ''uomo forte''
dell'epoca, l'ex-ministro degli Interni Albano Harguindeguy,
stretto collaboratore dell'ex-dittatore Jorge Rafael Videla e
uno dei responsabili del piano di eliminazione degli oppositori
al regime, e' stato arrestato e si trova agli arresti
domiciliari per la sua avanzata eta'.
E' quanto ha deciso la giudice federale Maria Romilda
Servini de Cubria che ha esaminato il dossier dell'ex ministro,
che ha 81 anni e che sara' processato per il sequestro di due
imprenditori, causa in cui sono anche coinvolti lo stesso Videla
e l'ex-ministro dell'economia Jose' Alfredo Martinez de Hoz.
Harguindeguy, che ai tempi della dittatura era chiamato 'Il
macellaio', e' stato titolare degli Interni fra il 1976 e il
1981, finendo in carcere nel 1988 ma recuperando la liberta' per
un indulto concessogli dall'ex-presidente Carlos Menem.
L'ex ministro e' fra l'altro implicato anche nel cosiddetto
'Piano Condor', l'accordo di cooperazione attraverso cui negli
anni '70 e '80 i servizi segreti delle dittature al potere in
Cile, Argentina, Bolivia, Paraguay, Uruguay e Brasile,
catturavano gli oppositori in esilio per riportarli in patria
clandestinamente.
Carattere forte e sicuro di se', Harguindeguy aveva
dichiarato apertamente ad una giornalista francese impegnata
alla realizzazione di un documentario che effettivamente durante
la dittatura erano state sequestrate, torturate e assassinate
migliaia di persone. La stampa argentina lo considera uno degli
artefici del golpe del 1976 e uno dei repressori piu' crudeli.
''Nessuno si stanca del potere ed io meno di tutti'', disse
una volta quando era ministro, aggiungendo che ''e' possibile
che me ne debba andare da questa posto un giorno, ma che nessuno
pensi che mi ritirero' a piantare cavoli. Tornero' quando
potro'''.
Riguardo all'arresto, la leader dell'Associazione delle Madri
di Plaza de Mayo, Hebe de Bonafini, ha detto che si tratta di
''una importantissima decisione'' perche' ''e' fondamentale che
questo protagonista della repressione sia condannato''.
Dal canto suo, la responsabile delle Nonne di Plaza de Mayo,
Estela de Carlotto, ha criticato la concessione degli arresti
domiciliari, affermando che ''e' diventato veramente urgente
ottenere che non mandino a casa i repressori solo perche' hanno
compiuto 70 anni''.
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