Conferenza internazionale a Padova su minori e famiglie a rischio
Roma, 27 mar. (Apcom) - I bambini che sono stati affidati ad un istituto hanno maggiori probabilità di avere disturbi mentali rispetto a quelli a quelli inseriti presso famiglie o amici: il 72% contro il 32%. Mentre da uno studio americano sulla salute mentale dei giovani usciti da esperienze di affidamento risulta che il loro tasso di disturbo post-traumatico da stress è analogoa quello dei veterani della guerra in Vietnam.
Sono gli ultimi rapporti a livello internazionale che in questi giorni sono oggetto di discussione alla Conferenza internazionale sui minori e le famiglie vulnerabili, organizzata dallaFondazione Zancan, che si svolgerà a Padova fino al 29 marzo. L'evento è organizzato dalla Fondazione Zancan in collaborazione con l'associazione europea Eusarf, l'associazione internazionaleia OBERfcs, l'Università degli Studi di Padova e il Comune diPadova. Cinquecento i partecipanti, provenienti da 30 Paesi del mondo.
Al centro del convegno i minori e le famiglie in grave difficoltà, alla ricerca delle migliori soluzioni politiche e sociali per tutelare minori e famiglie. "La prima soluzione deve essere quella di rendere possibile la permanenza in famiglia", afferma Augusto Palmonari, docente di psicologia sociale all'università di Bologna e collaboratore della Fondazione Zancan. Una soluzione da perseguire secondo Palmonari "erogando aiuti finanziari, laddove necessario, ma soprattutto portando un sostegno professionale ed educativo alle famiglie". "È indispensabile - aggiunge il docente - non isolare le famiglie che incontrano difficoltà".
Solo quando non è possibile far restare i minori nella propria famiglia, allora si deve pensare ad altre soluzioni. E quando la permanenza in famiglia diventa impossibile? "E' un punto delicato: è difficile rispondere", dice Palmonari che aggiunge: "Per i piccolissimi una soluzione alternativa può essere l'adozione; per quelli un po' più grandi l'accoglienza fuori dalla famiglia con l'affidamento o altre forme, presso altre famiglie che però poi non devono essere abbandonate. In particolare nella fase dell'adolescenza e preadolescenza, quando in generale i conflitti con i genitori si fanno più forti, si può pensare ad accoglienze residenziali in piccoli gruppi, ma accanto a questi ragazzi ci devono essere educatori efficaci".
L'esperienza dell'affidamento o dell'assistenza residenziale, infatti, non è mai facile. Da un'indagine nazionale sulla salute mentale dei ragazzi presi in carico all'esterno della famiglia inInghilterra, risulta che i bambini in assistenza residenziale hanno maggiori probabilità di avere disturbi mentali rispetto a quelli in affidamento o inseriti presso famiglie o amici (72% contro il 40% e il 32%). Tra i bambini in assistenza residenziale, i disturbi del comportamento sono predominanti (60%: ad esempio disturbi della sfera emotiva o disturbi di iperattività). Questi bambini hanno maggiori probabilità di avere anche altri problemi. Più di tre quarti ha almeno un problema fisico. Risulta due volte più probabile, rispetto ai bambini senza disturbi, che abbiano grosse difficoltà nell'apprendimento della lettura, della matematica, della sillabazione. In generale, il 62% di tutti i bambini ha dimostrato di essere almeno un anno indietro nello sviluppo intellettivo.
Mentre, secondo uno studio effettuato negli Stati Uniti relativo alla salute mentale dei giovani di età compresa tra i 20 e i 33 anni usciti da esperienze di affidamento, la prevalenza di disturbo post-traumatico da stress di tipo cronico è risultata significativamente più alta tra i giovani usciti dall'affidamento (30%) rispetto alla popolazione generale (7,6%). Un tasso di disturbo cronico che risulta analogo a quello dei veterani della guerra in Vietnam.
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