lunedì 18 febbraio 2008

SALUTE: CELLULE STAMINALI PER RIPARARE LE FRATTURE

(AGI) - Londra, 18 feb. - Riparare le fratture ossee e le
cartilagini danneggiate con le cellule staminali: e' il
progetto a cui sta lavorando un team dell'universita' di
Edimburgo che dovrebbe essere pronto in un paio d'anni.
I ricercatori britannici stanno mettendo a punto una
tecnica -la cosiddetta "impalcatura bioattiva" - per proteggere
le cellule staminali e incoraggiarne la crescita, una volta
impiantate nelle ossa o nella cartilagini; secondo gli esperti,
la tecnica potrebbe essere utile nel sanare i traumi troppo
profondi per guarire da se', ma anche per aiutare osteoartriti
o riparare le ossa danneggiate da tumori.
La chiave del successo sara' trovare la ricetta giusta per
incoraggiare le cellule staminali a crescere in un ambiente
estraneo, sostiene Brendon Noble, che lavora all'Mrc Centre per
Regenerative Medicine dell'Universita' di Edimburgo: "Le
numerose ricerche condotte finora stanno chiarendo cosa
portera' le cellule staminali a specializzarsi e divenire uno
specifico tipo di cellula. Il passo successivo sara' pensare al
modo innovativo in cui incoraggiarle a farlo all'interno
dell'organismo: spesso riusciamo a realizzare facilmente gli
obiettivi in laboratorio, ma tendiamo a dimenticare che il
primo impatto delle cellule con il paziente non e' facile".
L'impalcatura consiste in una struttura a rete abbastanza
rigida, ricoperta o impregnata con un farmaco che aiuti le
cellule staminali a impiantarsi. Poiche' le cellule staminali
utilizzate prevengono dal midollo osseo, il team del dottor
Noble lavora in collaborazione con lo Scottish National Blood
Transfusion Service; il che vuol dire che il paziente
fratturato o che necessita' di cellule staminali non dovra'
essere sottoposto a un intervento chirurgico per raccoglierle.
"La meta' della popolazione va incontro a un intervento di
chirurgia ortopedica nell'arco della sua vita. Viviamo anche
piu' a lungo e vogliamo rimare piu' a lungo attivi; e cosi'
questi problemi sono destinati a diventare sempre piu' comuni e
costosi", ricorda ancora Noble.
Secondo il professor Chris Moran, membro della Associazione
degli Ortopedici britannici ed esperto in chirurgia ortopedica
all'University of Nottingham, questo tipo di ricerche nel
futuro consentira' ai chirurghi di sanare anche le fratture
finora considerate irrecuperabili e addirittura rimpiazzare il
tessuto osseo consumato da un tumore. "Ma prima di trasferire
questa tecnologia dai laboratori alle camere operatorie,
bisogna rendere l'impalcatura compatibile con l'organismo umano
ed evitarne il rigetto".

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