giovedì 20 dicembre 2007

RICERCA: REALIZZATI BIOCHIP PER I TEST DI TOSSICITA'

(AGI) - Londra, 19 dic. - Messa a punto negli Usa una nuova
tecnologia basata su biochip capace di rivelare la tossicita'
dei composti chimici e dei farmaci, senza dover ricorrere a
test sugli animali. A darne notizia e' stata la rivista Pnas.
Una tecnologia che viene incontro non solo ai diritti degli
animali e alla necessita' - ormai universalmente riconosciuta -
di limitare il loro coinvolgimento nei test e negli studi
scientifici, ma anche alle esigenze delle societa' chimiche,
cosmetiche e farmaceutiche.
Dato il vertiginoso aumento delle sostanze chimiche che
vengono continuamente generate dall'industria
chimico-farmaceutica, e' infatti impensabile che tutte possano
essere sottoposte a test di tossicita' sull'animale, come
vorrebbero le piu' recenti normative in proposito. Piu' che mai
necessari sono quindi sistemi rapidi ed economici che
permettano di verificare la tossicita' di un composto senza
attendere i tempi delle sperimentazioni animali. Anche perche'
attualmente gli screening dettagliati della tossicita' non si
effettuano se non allo stadio finale dello sviluppo di un
farmaco, quando gia' sono stati spesi tempo e denaro. Cosi' i
ricercatori del Rensselaer Polytechnic Institute e
dell'Universita' della California di Berkeley hanno sviluppato
due biochip, DataChip e MetaChip, basati su centinaia di
colture cellulari, che utilizzati in modo combinato possono
svelare la tossicita' dei composti chimici e farmaceutici su
vari organi del corpo umano, indicando anche se questi composti
diventeranno tossici una volta metabolizzati. Tutto in un solo
esperimento, senza ricorrere ad animali vivi. Il MetaChip, in
realta', era gia' stato presentato due anni fa: simula le
reazioni metaboliche del fegato umano, dove composti chimici e
farmaci vengono processati. Per di piu', variando le
proporzioni degli enzimi di MetaChip, si potrebbero sviluppare
chip tarati sul singolo individuo, in grado di stabilire quanto
tossico puo' risultare un farmaco in differenti persone. Il
prodotto piu' recente sviluppato dal gruppo e' pero' DataChip,
un biochip che racchiude oltre mille colture di cellule umane,
la cui struttura tridimensionale cerca di assomigliare il piu'
possibile all'organizzazione che le cellule hanno negli organi
e nei tessuti del corpo umano. Cambiando colore e aspetto
quando le cellule muoiono, l'aspetto delle colture rivela il
potenziale tossico di una sostanza, rendendo relativamente
semplice e soprattutto rapido verificarne gli effetti
sull'uomo. Ma ancor prima delle societa' farmaceutiche, a
trarre vantaggio dai due biochip saranno le industrie chimiche
e cosmetiche europee, che entro il 2009 dovranno limitare il
ricorso ad animali nei test di tossicita'.(AGI)

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