lunedì 21 gennaio 2008

CALCIO/ GUSSONI: ARBITRO DONNA IN A? CI VORRA' UN PO' DI TEMPO

"Gli auricolari servono molto, ma inducono anche a sbagliare"
Roma, 21 gen. (Apcom) - Ci vorrà ancora tempo per vedere una
donna dirigere una partita in Serie A ma quello dell'inserimento
del sesso femminile nella categoria arbitrale è un tema che sta a
cuore all'Aia. Il capo degli arbitri italiani, Cesare Gussoni, ne
ha parlato a La Politica nel pallone di Gr Parlamento. "Ho
istituito una commissione di studio che riferisca solo a me,
costituita da un capo e due donne che arbitrano, per studiare la
condizione delle donne arbitro. Mi sono accorto - ha spiegato -
di una certa difficoltà di avanzamento. C'è una serie di donne
abbastanza preparate, 4-5 alla Can di D, una che ha qualche
problema in Can C, oltre ovviamente alla Cini, che è bravissima
ed è stata la prima donna assitente in Champions League".
Le premesse per una crescita ci sono tutte ma, ha osservato
Gussoni "è talmente passato poco tempo da quando le donne hanno
cominciato che ci vorrà un po' di tempo per farle arrivare.
Questo è un problema che l'Aia si sta ponendo, essendo 1.500 le
donne su 25.000 arbitri in attività, il 5 per cento, una
percentuale estremamente interessante, importante". Gussoni ha
anche auspicato un aiuto tecnologico per situazioni come gol-non
gol e fuorigioco che, a suo dire, "prima o poi verrà ma deve
essere la Fifa eventualmente a proporlo". Una battuta anche
sull'impiego degli auricolari che mettono in comunicazione
arbitro e assistenti: "Servono molto, - ha chiosato Gussoni - ma
qualche volta inducono anche gli arbitri a sbagliare".

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