(ANSA) - ROMA, 28 GEN - Neppure le profondita' degli oceani
si salvano dai cambiamenti del clima, che in passato ne hanno
decimato la popolazione e che potrebbero essere gia'
responsabili di un aumento molto elevato delle aree prive di
vita negli abissi. Lo dimostrano due studi pubblicati dalle
riviste Pnas e Geophysical Research letters: nel primo le tracce
di cambiamenti climatici avvenuti nel passato sono state trovate
nella popolazione di un microrganismo fossile, mentre il secondo
ha monitorato l'estensione dei 'deserti biologici', aree degli
oceani prive di vita.
La ricerca pubblicata dai Proceeedings of the National
Academy of Science (Pnas) si basa sui risultati di diversi
campionamenti effettuati al largo della Nord Carolina, sul fondo
dell'oceano Atlantico. I ricercatori dell'U.S. Geological Survey
hanno verificato l'andamento delle popolazioni di microrganismi
marini, fondamentali per l'ecosistema oceanico, in
corrispondenza a grandi cambiamenti climatici ben conosciuti in
passato.
''I dati mostrano che la comunita' degli abissi e' piu' volte
collassata - scrivono gli autori - con la biodiversita' almeno
dimezzata durante i principali cambiamenti climatici''.
I fattori che piu' influenzano l'ecosistema degli abissi,
scrivono gli autori, sono le variazioni nella temperatura
dell'acqua e nella circolazione delle correnti. Uno dei
principali eventi catastrofici e' stata l'uscita dalla
glaciazione che ha comportato l'inizio dell'epoca chiamata
Olocene, diecimila anni fa, quando le temperature piu' calde
provocarono la perdita di meta' delle specie a favore di altre
piu' adatte al nuovo clima. Come dimostrato dalla richiesta di
alcuni geologi di chiamare l'epoca attuale 'antropocene', i
cambiamenti in atto adesso diventeranno presto dello stesso
ordine di grandezza di quelli dell'Olocene.
In realta' qualche cambiamento negli Oceani si sta gia'
registrando. Un esempio e' la ricerca fatta tramite le
rilevazioni del satellite della Nasa Seastar. Uno studio dei
cosiddetti 'deserti biologici', zone dei mari profondi con una
bassissima presenza di vita a causa di correnti e salinita' ha
scoperto che nel solo 2006 queste aree hanno aumentato la loro
estensione del 15%.
''Abbiamo trovato questa tendenza in tutti gli oceani tranne
che in quello Indiano - spiega Jeffrey Polovina, autore dell'
articolo - e i cambiamenti climatici sono il principale
indiziato per questo fenomeno''.
I deserti oceanici rappresentano gia' il 40% dell'intera
superficie terrestre, comprese le terre emerse. Queste zone sono
caratterizzate da correnti circolari che impediscono alle
sostanze nutritive presenti sul fondo degli oceani di mescolarsi
agli strati superiori, con il risultato di una piccolissima, e
spesso nulla, attivita' biologica.
Il riscaldamento della temperatura dell'acqua peggiora la
situazione, accentuando la stratificazione.
Questo fenomeno biologico e' gia' stato previsto come
conseguenza dei cambiamenti del clima: ''Ma nessun modello
aveva previsto una crescita' cosi' veloce - sottolinea il
ricercatore - secondo i dati di cui disponiamo, negli ultimi
nove anni i deserti si sono espansi dieci volte piu' velocemente
del previsto''.
Nessun commento:
Posta un commento
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.