mercoledì 27 febbraio 2008

IRLANDA: SEMPRE MENO PRETI E SEMPRE MENO CATTOLICISSIMA

TRA 20 ANNI IL CLERO SARA' UN TERZO RISPETTO AD OGGI
(ANSA) - LONDRA, 27 FEB - Nella cattolicissima Irlanda, fino a
pochi decenni fa esportatrice di preti, non c'e' quasi piu'
nessuno interessato alla carriera sacerdotale. Tempo vent'anni
e, se il trend non cambia, il clero sara' appena un terzo di
quello attuale e molte zone saranno senza parroco.
Ormai da qualche anno i sociologi irlandesi danno per
scontata una progressiva scristianizzazione per effetto di un
lungo e robusto boom economico che ha strappato il Paese da una
storica poverta', gli ha meritato il soprannome di 'Tigre
Celtica' e ha cambiato i connotati della societa'. La vistosa
crisi delle vocazioni - venuta adesso prepotentemente a galla -
sembra avvalorare questa previsione.
Le cifre parlano chiaro: l'anno scorso sono morti
centosessanta preti e le ordinazioni sono state soltanto nove.
Ancora peggio per le suore: ne sono scomparse duecentoventotto
mentre le neo-monache che hanno preso i voti definitivi sono
state appena due.
Sulla base di questi dati e tenendo conto che attualmente
l'eta' media dei preti irlandesi e' di 61 anni, il giornale
'Irish Catholic' ha fatto una previsione allarmante per chi teme
che l'Irlanda finisca per perdere la nomea di tenace bastione
'papista': tra vent'anni, nel 2008, ci saranno in circolazione
sull'isola di James Joyce e della birra Guinness non piu' di
1.500 preti. Meno di un terzo rispetto ai 4.752 di oggi.
Oltre all'aumento del benessere, che ha ridotto drasticamente
la tendenza delle famiglie meno abbienti a mandare un figlio in
seminario cosi' da garantirgli una buona educazione e un lavoro
sicuro, la crisi delle vocazioni sembra dovuta ad una
progressiva ''perdita di autorita''' da parte della Chiesa
cattolica. Sono finiti i tempi in cui il novanta per cento della
popolazione andava immancabilmente a messa la domenica. E
senz'altro non hanno giovato i numerosi, dirompenti processi per
pedofilia che dalla meta' degli Anni Novanta in poi hanno visto
insospettabili sacerdoti alla sbarra per abusi sessuali ai danni
di minori.
A Dublino qualche commentatore di affari religiosi ha
associato la ''catastrofica'' crisi delle vocazioni all'obbligo
del celibato che non sarebbe visto di buon occhio dalla
maggioranza dei preti irlandesi e da circa mera' dei vescovi.
Un sacerdote cattolico convertito e appena messo a capo della
cattedrale protestante di Dublino, Demont Dunne, ha detto al
'Times' che proprio la questione del celibato e del ruolo della
donna nella Chiesa lo ha spinto al cambiamento di fede. ''Viene
il momento - ha spiegato il reverendo Dunne, che si e' fatto
fotografare mentre bacia la moglie Celia sui gradini della
cattedrale - in cui bisogna essere onesti. Ho visto che la
Chiesa andava da una parte e io dall'altra. La pensavo
diversamente sulla sessualita' umana, sul matrimonio, sul posto
delle donne nella chiesa, sull'ordinazione femminile''.

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