mercoledì 27 febbraio 2008

RICERCA: STUDIO GB, DISLESSICI IMPRENDITORI DI SUCCESSO

SISTEMI EDUCATIVI 'DISTRATTI' INIBISCONO POTENZIALE GIOVANISSIMI
Milano, 27 feb. (Adnkronos/Adnkronos Salute) - Da 'tallone
d'Achille' a marcia in piu' per raggiungere il successo. Secondo uno
studio britannico condotto da Julie Logan, docente di Imprenditoria
alla Cass Business School di Londra, le persone affette da dislessia
avrebbero una sorta di 'pallino per gli affari': in pratica, maggiori
probabilita' di diventare imprenditori di successo. E' il caso di
Richard Branson e Bill Gates, due 'Paperoni' citati dalla ricercatrice
inglese, che hanno dovuto fare i conti con la dislessia. A incuriosire
il team della Logan, la scoperta della percentuale di imprenditori
dislessici in Usa e Gb: il 35% dei 'capitani d'impresa' americani e'
dislessico, contro il 20% degli inglesi. Un'anomalia, se si considera
che solamente il 10% della popolazione inglese risulta affetta da
dislessia, contro il 15% degli americani.
Secondo la Logan, che ha presentato la sua ricerca in numerose
conferenze in Gran Bretagna, la discrepanza Usa-Gb e' attribuibile a
un miglior sistema scolastico a sostegno degli alunni dislessici negli
Stati Uniti. Un sistema che, sin dalla giovane eta', offrirebbe ai
giovanissimi americani maggiori probabilita' di arrivare al successo.
"Quando il sistema educativo fallisce nell'identificare i soggetti con
dislessia in giovane eta' molti, anche se in possesso di un alto
potenziale imprenditoriale, non avranno l'opportunita' di esprimere il
proprio talento nascosto. Il sistema scolastico dovrebbe essere in
grado di valorizzare molto di piu' i ragazzi dislessici, anziche'
emarginarli", ammonisce la Logan. Gli imprenditori americani
conservano un ricordo complessivamente positivo dell'esperienza fra i
banchi, al contrario degli inglesi che - racconta l'esperta,
illustrando la sua ricerca in una nota - spesso ne restano
traumatizzati. E' il caso di Kenny Logan, ormai ex giocatore della
nazionale scozzese di rugby, che ricorda: "Mi ripetevano tutto il
tempo quanto ero lento e stupido; ogni giorno di scuola era una fonte
di stress e delusione".

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