mercoledì 27 febbraio 2008

SALUTE/ PARKINSON IN AUMENTO E COLPISCE SEMPRE PIU' GIOVANI

Risultati del convegno esperti nazionali al San Raffaele Velletri
Roma, 27 feb. (Apcom) - Il Parkinson è una malattia in costante
aumento e colpisce persone sempre più giovani, sono i punti
emersi dal dal convegno organizzato al San Raffaele Velletri che
ha messo a confronto esperti di tutta Italia. Ma ci sono anche
novità per la diagnosi e la cura della malattia, una patologia
neurologica, che - segnalano i ricercatori - è in costante
aumento in tutto il mondo. Si calcola infatti che solo in Europa
il numero dei pazienti passerà da 1.255.000 a 1.482.000 entro il
2012. In Italia ne sarebbero affette oltre 250mila persone. "Nel
Lazio si possono stimare circa 20mila casi totali, mille all`anno
con nuova diagnosi", ha spiegato a margine del convegno il dottor
Nicola Vanacore, neurologo e ricercatore presso il Centro
Nazionale di Epidemiologia, Sorveglianza e Promozione della
Salute dell`Istituto Superiore di Sanità.
A differenza di quanto si credeva nel passato, inoltre, gli
esperti avvertono che la malattia non è legata all`età avanzata e
colpisce malati sempre più giovani. "Si assiste a un costante
spostamento della malattia verso un 'range' d'età sempre più
giovane", ha spiegato il professor Fabrizio Stocchi, direttore
del Centro Parkinson e disturbi del movimento dell`Irccs San
Raffaele di Roma. Nella metà dei casi - ha evidenziato Stocchi -
la malattia insorge tra i 40 e i 58 anni, nel 25 per cento dei
casi fa la sua comparsa tra i 20 e i 40 anni e solo nel restante
25 per cento i primi sintomi si manifestano dopo i 60 anni.
Passi avanti sono stati effettuati nella ricerca delle cause
della malattie, e tra le cause possibili del Parkinson, provocato
da un accumulo di proteine nel cervello e dal conseguente deficit
del neurotrasmettitore dopamina, figurano anche gli inquinanti
ambientali. Il motivo dell`aumento della malattia tra i giovani
non è ancora chiaro, come d'altra parte non è ancora del tutto
noto il perché la malattia si sviluppi, "pare però che alcuni
fattori ambientali, fra cui diversi inquinanti anche naturali, ai
quali oggi rispetto al passato si è più esposti durante la
propria vita, possano giocare un ruolo importante", ha spiegato
il professor Stocchi.
Il dato certo è che alla base della malattia c'è sempre la
perdita di un gruppo di neuroni situati nella zona del cervello
chiamata sostanza nera e che producono la dopamina, il
neurotrasmettitore responsabile della scioltezza del movimento.
In base alle ultime ricerche, questa perdita sarebbe dovuta a un
difettoso funzionamento a livello cerebrale del sistema che
rimuove dal cervello le proteine consumate o difettose. Ed è
proprio l'accumulo di queste proteine a danneggiare i neuroni
produttori della dopamina.
La conseguenza è una graduale diminuzione di dopamina, che
provoca i sintomi tipici della malattia di Parkinson, quali
tremore alle mani, lentezza nei movimenti e rigidità agli arti,
perché la dopamina nel nostro cervello ha il compito fondamentale
di attivare gli impulsi nervosi che permettono di fare tutti i
movimenti automatici che compiamo normalmente. Le novità più
rilevanti emerse dal convegno riguardano però la possibilità di
effettuare oggi la diagnosi precoce: i ricercatori hanno infatti
rilevato alcuni sintomi premonitori della malattia, tra i quali
la perdita dell`olfatto e uno specifico disturbo del sonno, che
iniziano a manifestarsi tre o quattro anni prima dell`emergere
dei disturbi tipici del Parkinson.
Passi in avanti anche nella ricerca farmacologica: tra un anno
sarà disponibile sul mercato un cerotto per il rilascio graduale
dei principi attivi necessari a rallentare il decorso della
malattia, mentre buoni risultati sta dando anche la terapia
riabilitativa: riabilitazione motoria e "giochi" al PC consentono
infatti di rallentare la progressione del Parkinson.

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