Roma, 04 FEB (Velino) - Farsi uno spinello e' come
fumare 20 sigarette in termini di rischio di cancro ai
polmoni. Lo sostengono alcuni scienziati neozelandesi che in
uno studio pubblicato sullo European Respiratory Journal
avvertono: il fumo della canna puo' danneggiare le vie
respiratorie piu' di quello del tabacco poiche' contiene due
volte il livello di carcinogeni rispetto alle bionde. Gli
studiosi del Medical Research Institute della Nuova Zelanda
hanno preso in esame 79 ammalati di cancro ai polmoni
cercando di identificare i maggiori fattori di rischio.
Ebbene, hanno trovato che il rischio aumenta di 5,7 volte nei
pazienti che hanno fumato piu' di uno spinello al giorno per
dieci anni, o due al giorno per cinque anni, tenuto conto
ovviamente delle altre variabili come il fumo di sigarette.
Chi fuma cannabis - rileva lo studio - inala piu'
profondamente e piu' a lungo, facilitando il deposito di
carcinogeni nelle vie respiratorie. Infatti anche il modo in
cui si fuma aumenta il rischio, con gli spinelli che
generalmente vengono fumati senza filtro e fino all'ultimo,
cosa che aumenta la quantita' di fumo inalato. "I consumatori
di cannabis hanno livelli nel sangue di monossido di carbonio
cinque volte superiori rispetto ai fumatori di sigarette - ha
spiegato Richard Beasley, ricercatore del Medical Research
Institute -. Anche se il gruppo dello studio e' relativamente
piccolo, mostra chiaramente come la marijuana aumenti il
rischio di tumore al polmone. In Nuova Zelanda almeno un caso
su 20 potrebbe essere dovuto al consumo di questa sostanza.
Nel futuro prossimo potremmo assistere a un'epidemia di
tumori del polmone dovuta a questo nuovo cancerogeno ed e'
probabilmente un problema diffuso, visto che in molte nazioni
l'uso di cannabis tra gli adolescenti, e non solo, e'
diventato un problema di salute pubblica".
Non e' certo la prima volta che si cerca di indagare il
legame tra lo spinello e il tumore del polmone. Con esiti
spesso divergenti. Nel 2006 uno studio dell'Universita' della
California a Los Angeles (Ucla), presentato alla Conferenza
internazionale della Societa' americana di penumologia, a San
Diego, aveva evidenziato come la cannabis, anche quando viene
consumata per anni, non aumenta il rischio di tumore del
polmone, e nemmeno di altri tipi di cancro, come quello della
bocca, gola, testa-collo ed esofago. Nella loro ricerca, i
medici statunitensi avevano messo a confronto la storia
clinica, le abitudini alimentari e lo stile di vita di 611
pazienti con cancro al polmone, 601 con tumore testa-collo, e
1040 soggetti sani, tutti sotto i 60 anni. In particolare,
hanno raccolto informazioni sui consumi di marijuana e di
tabacco, di alcolici o di altre droghe, sui casi di cancro in
famiglia e sullo stato socio-economico di ciascun volontario.
Dividendo i partecipanti in tre categorie: i consumatori
accaniti di cannabis, che avevano fumato oltre 22 mila
spinelli; quelli moderati, con consumi tra gli 11 mila e i 22
mila, e i non fumatori. La conclusione fu sorprendente: per i
tre gruppi il rischio di tumore e' lo stesso. Aver fumato
marijuana - questo il risultato dello studio - non influisce
sulla probabilita' di sviluppare neoplasie, ai polmoni come
ad altri organi coinvolti. Dalla ricerca era infatti emerso
che l'80 per cento dei pazienti con cancro del polmone e il
70 per cento di quelli con tumori della testa-collo avevano
il "vizio" delle sigarette, ma solo la meta' faceva uso di
marijuana. Ancora una volta, quindi, il legame evidente e'
quello tra il cancro al polmone e il fumo di tabacco: il
pericolo di ammalarsi e' di 20 volte maggiore per chi fuma
due o piu' pacchetti al giorno. La cannabis veniva quindi
"assolta", e i ricercatori fornivano una particolare
spiegazione: il suo principio attivo, il Thc, incoraggerebbe
le cellule "anziane" a suicidarsi prima di eventuali
trasformazioni tumorali. Lo studio dei ricercatori
neozelandesi offre ora nuovi spunti per indagare i legami tra
cannabis e pericolo di sviluppare il tumore.
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