UN VOLUME RACCONTA IL SUO AMBIZIOSO PROGETTO MONSUMMANO
Firenze, 31 gen. - (Adnkronos) - "Il lavoro dell'arte -
affermava Gio' Pomodoro - non e' diretto verso il potere. E' vero il
contrario, il nostro e' un lavoro donato dai pochi ai molti". Per
questo, come artista, fin da giovanissimo, si pose l'obiettivo di
costruire e modificare "il paesaggio urbano all'interno delle sue
strutture, trasformando anche la vita della gente, le loro abitudini,
il loro senso comune". E proprio perseguendo questo scopo, Pomodoro
aveva pensato a un progetto sulle cave di Monsummano (Pistoia) da
collocarsi tra l'intervento urbanistico, l'arredo urbano, il monumento
propriamente detto.
L'idea si concretizzo' tra il 1993 e il 1994, quando l'artista
fu invitato a elaborare sulle cave di pietra abbandonate il suo luogo
scolpito ideale, un'occasione irripetibile per poter ribadire che "la
scultura non e' un saggio della propria sensibilita', non e'
un'esperienza individualista, e' l'espressione chiara di un popolo, di
un'era, di una civilta'". Pomodoro pianifico' una passeggiata scolpita
nella pietra e nella vegetazione nel tratto tra la cava e l'albergo
termale Grotta Giusti. Al momento e' impossibile visitare le cave, ma
ora e' uscito un volume di Caterina Zappia che raccoglie l'intero
progetto, dal titolo ''Le cave di Monsummano. L'ultima utopia di Gio'
Pomodoro'' (edizioni Polistampa, pp. 80, euro 20). Ampiamente
illustrato a colori, il libro raccoglie le tavole progettuali, i
rilievi, le planimetrie, frutto del suo legame profondo con le trame
geometriche e matematiche della realta'.
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