Roma, 31 gen. - (Adnkronos) - Anche accarezzare le ascelle e le
spalle e' violenza sessuale. Lo sancisce la Cassazione (III sezione
penale, sentenza 4538) che ha confermato la condanna per violenza
sessuale (due anni e due mesi di reclusione sospesi con la
condizionale) nei confronti di Pasquale V., un ragioniere 65enne della
provincia di Campobasso, che aveva costretto una sua praticante,
Amelia D., "a subire atti sessuali consistiti nell'infilare la mano
sotto la maglietta e nell'accarezzarle le spalle e le ascelle in
corrispondenza del seno". Secondo la Suprema Corte, che ha dichiarato
inammissibile il ricorso di Pasquale V., il fatto, pur meritando le
attenuanti generiche per la 'tenuita'' del patto, va punito come vera
e propria violenza sessuale.
I fatti risalgono al 23 gennaio del '97 e sono accaduti a Larino
nello studio da ragione di Pasquale. L'uomo, ricostruisce la sentenza
di piazza Cavour, si era avvicinato ad Amelia "mentre era intenta ad
effettuare alcune registrazioni, le aveva chiesto di sciogliersi i
capelli e eli aveva dato seguito alla richiesta". a quel punto
Pasquale, ragguaglia ancora la Suprema Corte, "si era accostato alla
ragazza e aveva iniziato a toccarle i capelli senza che lei avesse il
coraggio di reagire perche' spaventata".
A questo punto l'uomo aveva "infilato la mano nella maglietta e
aveva cominciato ad accarezzarle la schiena spingendo la mano sotto
l'ascella sinistra verso il seno".
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