La monografia di Paolo Berretto sul cineasta edita da Marsilio
Roma, 19 feb. (Apcom) - David Lynch si colloca nel panorama
cinematografico mondiale come uno dei registi più discussi e
analizzati in assoluto. A giustificare la prolifica produzione
di analisi critiche e di approfondimenti sull'operato del
cineasta, senza dubbio, il suo muoversi al confine, tra reale e
immaginario, in una dimensione parallela, onirica e orrorifica
che sia, che lascia spazio a continue e sempre diverse
interpretazioni.
Paolo Berretto prova a trarre le fila di questo discorso
infinito sulla produzione del regista attraverso la raccolta
monografica di saggi, 'David Lynch', recentemente pubblicata
dalla Marsilio nella collana Elementi. Attraverso l'analisi di
quelli che sono i suoi lavori più significativi, da 'Eraserhead'
a 'Velluto blu', da 'Fuoco cammina con me' a 'Strade perdute', da
'Mullholland Drive' all'ultimo 'Inland empire', il testo prova a
ricondurre l'operato del cineasta americano a topoi - narrativi,
creativi e cinematografici - che ne chiariscano intenti e
modalità espressive.
"Lynch innesta il non narrativo dentro il narrativo, un mondo
parallelo e/o alternativo accanto al mondo simulato,
l'immaginario in opposizione alla realtà, la configurazione dei
modi esistenziali accanto alle emergenze pulsionali e
fantasmatiche, l'orizzonte della mente accanto alla esaltazione
intensiva della corporeità. Questo procedere attraverso le
differenze, questa commistione di alterità significanti [...]
spiega forse la straordinaria forza delle sue immagini e dei suoi
film".
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