mercoledì 30 gennaio 2008

ARRIVA DALLE PECORE CON IL 'CAPPOTTO' LA LANA PIU' FINE DEL MONDO

Presentata a Pitti Filati: Zegna Baruffa propone Limited Edition
Firenze, 30 gen. (Apcom) - Come si fa ad avere la lana più fine
del mondo? Irrigando i pascoli, attivando un pool di medici
contro i parassiti e coprendo le selezionatissime pecore con
cappottini traspiranti: è così che si ottiene Limited Edition di
Zegna Baruffa, il nuovo filo presentato oggi a Pitti Filati.
Sottilissimo (13,75 micron, nm 2/80.000) e prezioso, al tatto dà
il feeling tipico del cashmere. Le greggi che producono la
materia prima sono allevate in Australia secondo specifiche
rigorose: ogni pecora, marcata e monitorata, è curata e accudita
con attenzione, mantenendo i pascoli ben irrigati per evitare
che, mangiando erba secca, la fibra prodotta presenti punti di
rottura.
Secondo l'azienda biellese anche lo stress dell'animale può
influire sulla qualità di resa della lana: per questo il gregge
viene tenuto a bada solo da cani quieti, senza esagerare nei
movimenti. I cappottini traspiranti con cui le pecore vengono
vestite assicurano una lana più bianca e lucida. Per proteggere i
capi dagli attacchi dei parassiti sono chiamati in causa medici
specialisti, con trattamenti specifici. Tutto questo produce una
fibra lunga e resistente, adatta per essere lavorata da
macchinari di ultima generazione e trasformata in un filato
sottilissimo che ha la `mano' del cashmere, ma con ancora
maggiore elasticità, perfetto per capi superleggeri.
I primi capi prodotti col nuovo filato, confezionati da maglifici
specializzati per Zegna Baruffa, saranno inviati agli stilisti
delle griffes di più alto livello: per ora si tratta di
un'operazione di marketing per un prodotto che, a causa della sua
lavorazione peculiare, costa circa il doppio dei migliori
cashmere sul mercato. Ma la strada obbligata, come conferma il
presidente Alfredo Botto Poala, è quella della qualità: l'azienda
biellese nel 2007 ha visto una diminuzione del fatturato (da 125
a 113 milioni di euro) ma una crescita dell'utile, ora a 2
milioni; la precedenza è andata dunque agli affari più
remunerativi, solitamente relativi all'alto di gamma. "Per noi
sarà difficile confermare il risultato 2007 - ha detto,
tracciando lo scenario per l'anno appena iniziato - ma la nostra
ristrutturazione aziendale si è conclusa con successo, e ci siamo
portati alle dimensioni che i nostri mercati ci chiedono".

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