(AGI) - Roma, 30 gen. - Aveva deciso di punire con la pena
capitale il suo cane, un maremmano che, a suo dire, aveva
tentato di azzannare gli agnelli del gregge che ha in custodia.
Cosi', un pastore romeno, presa una bella e robusta corda ha
immobilizzato l'animale, quello che viene definito il "piu'
fedele amico dell'uomo", e lo ha trascinato all'albero piu'
vicino. Scelto il ramo il boia ha iniziato il suo lavoro. La
sua sfortuna, che pero' ha salvato la vita al quadrupede, e'
che nei Pratoni di Vigna delle Murate (Laurentino), che hanno
fatto da sfondo a questa scena degna di un film dell'orrore,
sorge un grosso edificio moderno che ospita alcuni uffici. Nel
silenzio della campagna i guaiti del cane hanno infatti
richiamato l'attenzione di alcune impiegate che, affacciatesi
alla finestra, hanno visto quell'uomo inginocchiato che, con
tutta la sua forza, stava tentando di impiccare al ramo il suo
cane. Gli occhi del maremmano erano gia' diventati rosso sangue
e i latrati si stavano spegnendo. Immediatamente altre finestre
dell'edificio si sono spalancate e le impiegate hanno iniziato
ad urlare. C'e' chi nel frattempo ha chiamato i carabinieri e
l'Ente Nazionale di Protezione degli Animali. Il boia, vistosi
scoperto e, preso dal panico, ha lasciato il cappio dandosi
alla fuga. Il cane, nonostante fosse ferito e' scappato e
ancora non e' stato rintracciato. I carabinieri, invece hanno
individuato il pastore, lo hanno condotto al comando della
Cecchignola, lo hanno interrrogato e denunciato per
maltrattamenti di animali (art. 544 cp) e ora rischia una
condanna fino a un anno di reclusione o una multa fino a 15mila
euro. L'Enpa ha gia' deciso che al processo sui costituira'
parte civile.
Ora gli impiegati che hanno salvato la vita al cane non si
danno pace: che fine ha fatto il maremmano? Carabinieri e Asl
lo stanno cercando e se lo troveranno sara' affidato al canile
municipale per poi essere adottato da qualcuno che i cani li
ama veramente e non li punisce, anche quando combinano guai
grossi, con la pena capitale.
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